venerdì 23 novembre 2007

Chris Lambertine ( -1917)



Intervista a Sergio Rubini ed Enrico Rava
Ivan Tagliavia, video e montaggio


È tornato in palcoscenico il lavoro di Andrea Camilleri “Requiem per Chris” dopo l'anteprima tenutasi a Parma nel settembre 2006, nell'ambito della manifestazione “Estri d'Estate”, nella quale il Maestro Rava era affiancato dall'attore Marco Baliani.
Sabato 3 e domenica 4 novembre 2007, nel contesto della rassegna “Palermo Teatro Festival”, hanno calcato la scena del Nuovo Montevergini l'attore Sergio Rubini, Enrico Rava e il suo gruppo “Enrico Rava New Generation” coadiuvato come di consueto dal clarinettista e sassofonista Mauro Negri.


Per una breve introduzione all'opera


domenica 11 novembre 2007

A un metro dal sole


Alessandro Denci Niccolai, Chet Baker


«L'ho conosciuto a Torino, la mia città [...]. Ogni volta che veniva abitava a casa del mio amico Mondini [...] e quindi io andavo a trovarlo. Passavo là tutto il giorno, avevo appena iniziato a suonare la tromba, e Chet mi dava dei consigli. Era molto generoso [...]».

«Anni dopo mi capitò di suonare con lui. Ho vissuto a New York dieci anni, e lì rincontrai Chet che era tornato a suonare dopo lunghi anni di silenzio. Andai a trovarlo, suonammo insieme, per un periodo dividemmo lo stesso manager.
«Non eravamo amici, ma c'era in qualche modo un rapporto che durava da parecchio tempo. Poi era stato uno dei miei miti. Quando suonava riusciva sempre a dare delle enormi emozioni, anche quando non era in forma o quando la band non era un gran che [...]. Ma era così forte in lui questa poesia, questo dare al momento di suonare, era una cosa così innata che anche se non avesse voluto sarebbe comunque esistita. Questa era la cosa magnifica della sua vita, mentre il resto sembrava essere un disastro totale, direi a tutti i livelli».

«[...] con la musica viveva un rapporto totalizzante. Mi ricordo di una volta che eravamo in Finlandia, ed era depressissimo, stava veramente male e diceva che proprio non ce la faceva più a vivere. «Poi però salì sul palco e suonò in modo assolutamente meraviglioso. «Aveva questa fortuna, che poi è anche la nostra, perché le emozioni che ci ha dato Chet sono irripetibili. Ascolto la sua musica spessissimo, ho tanti dischi suoi e li ascolto quasi tutti i giorni».



«Per esempio adoro il disco in trio con Philip Catherine che si chiama Chet's Choice, dove ci sono dei momenti incredibilmente unici».

«[...] mi ricordo della prima volta che sentii Chet suonare. Fu a Torino, credo nel '59. Era una situazione per lui pessima, aveva un gruppo che aveva raccattato in Francia, e suonava dopo un gruppo dixieland, che era l'attrazione della serata. Quindi quando Chet cominciò il suo set, tre quarti della gente se ne andò, ed essere là fu un'emozione enorme.
Non è un'infatuazione, è una sensazione che si è ripetuta negli anni, una cosa forte che succede quando ti trovi di fronte qualcuno che ha veramente qualcosa di speciale da dire».

Enrico Rava, in P. Boncompagni e A. La Stella, Chet Baker in Italia




Chet Baker in Tokyo


Chet Baker Lost & Found
chet - chetbakertribute.com


domenica 4 novembre 2007

fine and dandy



Copertina del 45 giri Jazz in Italy n. 2, marzo 1960 (Cetra, EPD-37)
Titoli dei pezzi: “Tema for Franco” (M. Lama);
“Line for Lyons” (G. Mulligan); “Fine and Dandy” (K. Swift & P. James)
Formazione: Enrico Rava, tromba; Maurizio Lama, piano;
Filippo Faguttin, contrabbasso; Franco Mondini, batteria.



“Intervista a Enrico Rava”

A proposito del CD antologico che accompagna Note necessarie:

Tra l'altro, il primo pezzo del cd (Fine and Dandy, N.d.R.) è un'incisione vecchissima…
Ho inserito quel pezzo per un motivo storico. Appartiene a un disco che nessuno conosce. E' un'incisione del 1960, avevo vent'anni. Riascoltandolo, mi è sembrato che suonassi più o meno come suono adesso, il che mi stupisce, considerando che suonavo da appena due anni. In più, in quel brano c'è anche un mio caro amico (Franco Mondini), che in quegli anni era il batterista di Chet, e ci tenevo che fosse in qualche modo presente nell'antologia.


Francesco Ughi, Jazzitalia


«Il migliore musicista di Torino era Franco Mondini, che suonava la batteria da professionista. Era un personaggio conosciuto in tutta Italia, gli stranieri lo sapevano e lo chiamavano volentieri. E così gli capitava di lavorare con gli europei in gamba, quando passavano dall'Italia e talvolta anche all'estero, tipo Bobby Jaspar o René Thomas. E addirittura con Chet Baker, nel primo periodo in cui venne in Italia».



archivio Jazzitalia, Jazz a Torino con Enrico Rava


«Tra i giovani jazzisti di Torino, Maurizio Lama era quello che suonava meglio il pianoforte. La sua famiglia era romana e si erano trasferiti a Torino a causa del lavoro del padre. Eravamo molto amici, uscivamo la domenica insieme alle ragazze. I miei primi gruppetti di jazz moderno erano con lui».

Enrico Rava e Alberto Riva, Note necessarie


moncalieri JAZZ - PREMIO “MAURIZIO LAMA”