domenica 11 novembre 2007

A un metro dal sole


Alessandro Denci Niccolai, Chet Baker


«L'ho conosciuto a Torino, la mia città [...]. Ogni volta che veniva abitava a casa del mio amico Mondini [...] e quindi io andavo a trovarlo. Passavo là tutto il giorno, avevo appena iniziato a suonare la tromba, e Chet mi dava dei consigli. Era molto generoso [...]».

«Anni dopo mi capitò di suonare con lui. Ho vissuto a New York dieci anni, e lì rincontrai Chet che era tornato a suonare dopo lunghi anni di silenzio. Andai a trovarlo, suonammo insieme, per un periodo dividemmo lo stesso manager.
«Non eravamo amici, ma c'era in qualche modo un rapporto che durava da parecchio tempo. Poi era stato uno dei miei miti. Quando suonava riusciva sempre a dare delle enormi emozioni, anche quando non era in forma o quando la band non era un gran che [...]. Ma era così forte in lui questa poesia, questo dare al momento di suonare, era una cosa così innata che anche se non avesse voluto sarebbe comunque esistita. Questa era la cosa magnifica della sua vita, mentre il resto sembrava essere un disastro totale, direi a tutti i livelli».

«[...] con la musica viveva un rapporto totalizzante. Mi ricordo di una volta che eravamo in Finlandia, ed era depressissimo, stava veramente male e diceva che proprio non ce la faceva più a vivere. «Poi però salì sul palco e suonò in modo assolutamente meraviglioso. «Aveva questa fortuna, che poi è anche la nostra, perché le emozioni che ci ha dato Chet sono irripetibili. Ascolto la sua musica spessissimo, ho tanti dischi suoi e li ascolto quasi tutti i giorni».



«Per esempio adoro il disco in trio con Philip Catherine che si chiama Chet's Choice, dove ci sono dei momenti incredibilmente unici».

«[...] mi ricordo della prima volta che sentii Chet suonare. Fu a Torino, credo nel '59. Era una situazione per lui pessima, aveva un gruppo che aveva raccattato in Francia, e suonava dopo un gruppo dixieland, che era l'attrazione della serata. Quindi quando Chet cominciò il suo set, tre quarti della gente se ne andò, ed essere là fu un'emozione enorme.
Non è un'infatuazione, è una sensazione che si è ripetuta negli anni, una cosa forte che succede quando ti trovi di fronte qualcuno che ha veramente qualcosa di speciale da dire».

Enrico Rava, in P. Boncompagni e A. La Stella, Chet Baker in Italia




Chet Baker in Tokyo


Chet Baker Lost & Found
chet - chetbakertribute.com


1 commento:

Unknown ha detto...

GRAZIE DELL'OPPORTUNITA' PER LASCIARE LA MIA TRACCIA, SEI MOLTO GENTILE. HO RICONOSCIUTO FATTI E SITUAZIONI CHE AMO NEL TUO BLOG. DURANTE UNA ESTATE DEGLI ANNI OTTANTA HO OSPITATO CHET E DIANE NELLA MIA CASA E HO AVUTO MODO DI SENTIRE LE STESSE EMOZIONI "ASCOLTANDO" CHET CHE TU DESCRIVI MOLTO BENE. GRAZIE ANCORA E BUONA VITA MAESTRO RAVA, FELICE DI AVERTI CONTATTATO. LILLOQUARATINO